Architetture
La casa di Lungotevere della Vittoria è l’ultima residenza privata di Alberto Moravia; prima di allora aveva vissuto per diversi anni insieme alla moglie Elsa Morante vicino piazza del Popolo, in via dell’Oca. Lo scrittore si trasferisce nella nuova dimora nell’inverno tra il ’62 e il ’63 insieme alla compagna Dacia Maraini.
L'appartamento si trova in un palazzo degli anni Trenta e consiste in una serie di stanze che si aprono a partire da due lunghi corridoi riuniti dall’ingresso. Lontano dal concetto di open space contemporaneo, la struttura sembra essere funzionale allo stile di vita condotto dalle famiglie di notabili dell’epoca: una zona riservata al personale di servizio e una parte destinata esclusivamente al lavoro e alla vita privata.
Il quartiere intorno, rinominato Della Vittoria in seguito all’esito della prima guerra mondiale, appare coerente con le premesse espresse dal piano regolatore - nato agli inizi del secolo su progetto di un urbanista tedesco - che prevedeva l’accostamento, secondo geometrie regolari, di palazzi eleganti in stile umbertino a villini liberty. Probabilmente tra gli autori ci fu proprio l’architetto Carlo Pincherle, padre dello scrittore.
Lungotevere delle Armi, ponte del Risorgimento in costruzione - 1910. Dal sito romasparita.eu
La configurazione generale del quartiere ricorda ancora oggi le grandi capitali europee, con lunghi viali alberati e palazzi che si affacciano sul fiume, diversamente dalle strade, dai vicoli e dalle piazze che si intrecciano nella Roma più storica e popolare. Da qui, l’ipotesi che Moravia abbia scelto di stabilirsi in una zona così distante dal centro di allora, in parte perché la città stava subendo nel dopoguerra quel processo di urbanizzazione che nel giro di pochi anni l’avrebbe trasformata in qualcosa di molto diverso, in parte perché la nuova collocazione garantiva una maggiore libertà di spostamento e una simbolica vicinanza alle città europee che era solito frequentare.
Forse per Moravia - nato e cresciuto in via Sgambati, nel quartiere Pinciano, quando era ancora considerato alla periferia della città - allontanarsi dal centro può aver rappresentato un ritorno alle origini. Resta il fatto che pur essendo stato un grande viaggiatore, curioso e instancabile conoscitore del mondo, in particolare dell’Africa e dell’Oriente, Moravia non ha mai lasciato Roma.
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La casa di Alberto Moravia conserva le tracce della sua vita quotidiana, dei viaggi e delle frequentazioni. Dalle maschere africane ai makemono orientali; dai celebri ritratti alle opere degli amici pittori e scultori; dai souvenir di viaggio ai dischi e ai classici della letteratura; dalle lampade pop anni Sessanta alla macchina da scrivere Olivetti 82.
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